Per un album radicato nel pacciame della flora e della fauna britannica, il terzo LP dei Modern Nature è notevolmente leggero e arioso. Island of Noise espande la mesmerica collisione di folk, jazz e indie rock del combo britannico, che qui è accompagnato da un elaborato libretto di poesie, saggi e opere d’arte provenienti da vari collaboratori insoliti. Il chitarrista e critico d’avanguardia Eugene Chadbourne e il micologo (uno che studia i funghi) Merlin Sheldrake sono tra i collaboratori della presentazione fisica dell’album. C’è anche un film di accompagnamento, se i fan desiderano sperimentare ogni singolo aspetto.
Musicalmente, Island of Noise ha il flusso serpeggiante di un corso d’acqua, i suoi fiati e le sue chitarre elastiche che si espandono e si contraggono con i contorni del suo viaggio. Guidata dal cantante, cantautore e chitarrista Jack Cooper, Modern Nature assomiglia a una fusione ordinata del post-rock ritmico dei Tortoise e del romanticismo ovattato dei Clientele. Il folk-rock britannico vintage degli anni ’60 e ’70 sembra essere un’altra pietra di paragone, anche se questo album beneficia di un’estetica di produzione sorprendentemente pulita e moderna. Canzoni come “Performance” e “Masque” praticamente saltano fuori dagli altoparlanti nella loro trasparenza organica e nella mancanza di effetti ovvi. Composto in gran parte da chitarra elettrica pulita, batteria, contrabbasso e improvvisazioni di corno, c’è qualcosa di una sensazione di sessione jazz, anche se gli incantesimi semi-sussurrati di Cooper e le dolci melodie flirtano con l’indie pop.
Per quanto amorevolmente registrato e meditativo, Island of Noise non rompe molto terreno nuovo per i Modern Nature. Mentre il loro catalogo cresce, ogni pezzo successivo sembra una continuazione del flusso rilassante ma senza pretese che è il loro caposaldo. Questo è un peccato perché la poesia di Cooper è degna di una maggiore attenzione. Detto questo, c’è molto da godere in questo ultimo capitolo.